lunedì 21 settembre 2015

Ah, quel benedetto triangolino...!

Mah, io di quel triangolino non so proprio che farmene... So che c'è gente che con quello riesce a dar piacere a tantissime persone e io invece, tutte le volte che provo ad averne uno tra le  mani, anzi, tra le dita, tempo pochi secondi e mi cade!
Povero me! Fortuna che, l'avevate già capito no, perfidi maialini che siete e goduriosi delle disgrazie altrui, non si tratta del triangolino che avete pensato sùbito voi, ma del plettro, della penna. Di quello strumento, per me assolutamente inutile se non dannoso, senza il quale molti non sanno altrimenti suonare la chitarra: ma come fanno?
Ma io non sono un talebano, per cui non solo non taglio le dita a quelli che lo usano, ma addirittura ogni tanto ne ascolto anche qualcuno. E così, adesso ve ne faccio ascoltare un paio anch'io: due mostri, diversissimi tra loro, alle prese con lo stesso pezzo, un grande, bellissimo classico, "Church Street Blues".
Cominciamo dal primo dei due, talmente famoso che è inutile che vi dia altri ragguagli, è Norman Blake, il quasi ottantenne chitarrista compositore e cantante di Chattanooga, che ha attraversato quasi 60 anni di storia della musica americana lasciando segni preziosi della sua arte. In questo video, abbastanza recente, al suo fianco riconosco Happy Traum che, senza averlo mai conosciuto, per me è come fosse un vecchio amico. Chitarrista, cantante (al fianco dei più grandi a cominciare da Bob Dylan) ma forse soprattutto grande didatta (e questo video mi sembra a naso esser tolto da uno dei suoi numerosi dvd) introduce brevemente Blake, che inizia subito a cantare. di lui, grazie tubo, trovate tanto, merita tanto.
Qui Blake avrà avuto 70 anni, e la sua voce li fa sentire tutti; ma suona e canta come chi non ha niente da dimostrare a nessuno, e questo mi fa impazzire, esattamente come quella chitarra da due soldi che ha sul ginocchio, e sulla quale ho metaforicamente (e quasi anche non metaforicamente) sbavato. (Ah sì, incidentalmente, mica tanto!: questo capolavoro, l'ha scritto lui!)
ecco il video:


Questo video mi piace tantissimo, perché mi fa venir voglia di farlo sùbito anch'io: la sua versione è (o sembra) basica: sul tubo se ne trovano, soprattutto in versione solo audio, altre precedenti dove il suo chitarrismo, e soprattutto la sua musicalità, brillano come un diamante nella notte quando l'attraversa un raggio di luna. Eccone un esempio:



Terzo e ultimo esempio. Ancora più vecchio come registrazione, ma decisamente più moderno come stile. Anche di lui non dico niente, non solo perché è straconosciuto ma perché, come suol dirsi, si presenta da sé dopo solo due note. E' uno di quei benedetti da Dio, ai quali ha messo una chitarra tra le mani prima ancora di nascere e, quando nascono, son già imparati: è Tony Rice, e ora basta parlare. Per le nostre orecchie di pipistrello, "his guitar does", come scrissero del giovanissimo Leo Kottke per il suo stravolgente album d'esordio, il folgorante 6&12 String Guitar (son passati appena 48 anni da allora!).
Eccovi la Tony Rice Version, e godete (e qui, scusatemi, non c'è come per la prima di Blake, la paura di dire "Adesso la faccio anch'io..."):


La classe, la fluidità, la polifonia a una nota sola, le inflessioni blues e jazz: la chitarra può essere meravigliosa... anche col triangolino!
Salute e saluti, a tutti!

32 commenti:

  1. Ah!!!! Ma parlavi di flatpicking!!! Pensavo che fosse un outing di natura sessuale HAHAHA!!!! Se la cosa ti puo` far sentire meglio, anche io il "triangolino" , quello in plastica si intende! Non lo sopporto proprio, oltre a cascarmi da tutte le parti, produce un suono che a me non piace, preferisco, il suono morbido, che solo i polpastrelli e le unghie "naturali", riescono a riprodurre, non per nulla sono uno dei cofondatori di fingercooking, ed il nome del nostro blog, dice tutto ;-))

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    1. Siam proprio d'accordo... Certo però che quando viene usato come lo usano questi signori, il triangolino (anche quello di plastica...) ha un suo perché!

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    2. ciao Berna! Come vedi sono venuto a trovarti e...nooooooooo! Nel primo impatto sono cascato proprio sui miei duer eroi! Tony Rice e Norman Blake! Be, sai, anch' io ho fatto "outing" :-). Dopo secoli di fingerpicking e relativi manuali alla Unterberger, la febbre del Country, del Blues acustico, del Bluegrass e del plettro mi ha colto! Il merito e' soprattutto id Jimi Hendrix e di Tommy Emmanuel (vedi suoi pezzi col plettro). Cosa dirti?!? Se lo sai usare come si deve ( e scegli lo spessore giusto) un pezzo suonato col plettro ti da' lo stesso calore dei polpastrelli! Ascolta attentamente il grande Tony: nemmeno una cascata diamanti suonerebbe con altrettanto calore! E la dolcezza della chitarra di Norman?!? Beh, in natura non esiste un suono simile...:-) Ciao!!!

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    4. Parlando di Outing, sei sicuro che il triangolino che non sopportavi fosse di ...plastica? Ahahah...
      Comunque, ritornando all' argomento in causa, beh, niente di tutto questo! Se riesci a tenere in mano, tra le dita, una penna e scrivere correntemente, sarai anche in grado di "scrivere" le note sul manico di una chitarra con il plettro (detto anche penna, chissa' piriche'...). In secundis ma last bat no list, e' falso sostenere una maggiore morbidezza delle dita rispetto al plettro: e' il TOCCO che conta! Io, con un plettro sufficientemente duro, almeno 1,5 o 2 millimetri riuscirei ad essere molto piu' morbido ed avere un suono molto piu' dolce rispetto a quello che uscirebbe dalle tue dita, caro il mio Berna, fidatihihihih...(soprattutto sulle corde nailonate di una chitarra classica).-

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  2. In realtà sia Norman Blake che Tony Rice barano! Oltre al plettro ogni tanto usano anche le dita con una tecnica ibrida, come fanno anche molti chitarristi elettrici. Comunque, sono fenomenali entrambi.
    Rilancio con una maestro nostrano del Flatpicking che è un "purista" del plettro:
    [video]https://www.youtube.com/watch?v=snsrISpYz9s[/video]
    [video]https://www.youtube.com/watch?v=6XZh7B_HhK8[/video]

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    1. Grazie Beppe!!! per aver postato questi due video del tuo omonimo Beppe Gambetta, specie il secondo in cui rifà "Ave Maria", che Maria Carta cantava splendidamente! Mi ci vorrà una vita, ma devo assolutamente rifarla! :-)))

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    2. Quella tecnica e' detta picking ibrido e sottintende una sorta di fingerpicking col plettro a fungere da pollice e le altre dita che suonano le corde alte ed arpeggiano quando serve. Uno dei prima ad usarlo fu Carl Perkins ed infatti e' una tecnica usata molto dai countryboy! Nel caso di Tony E Norman si tratta di casi rarissimi, per cui la loro maestria col plettro e' sempre da considerare " tout court" :-). Per quanto riguarda Beppe, pur avendo i suoi libri, devo dire che mi e' sempre piaciuto poco, specie per il fatto di applicare il flatpicking alle cose folk italiche e qui mi fermo.
      Inoltre a mio avviso e' troppo preso dal "crosspicking" e dalla cosiddetta "velocita' a mitraglia" e qui ho detto tutto! Molto meglio Roberto dalla Vecchia, che negli ultimi anni ha fatto degli ottimi articoli per Chitarre e soprattutto si e' attenuto molto alla tradizione americana, cosa per me fondamentale, per quanto riguarda questo stile.-

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    3. Excuse me! Doverosa rettifica: il chitarrista dalla pennata ibrida di cui pre-parlavo era James Burton, il chitarrista che accompagno' Elvis in concerto nei suoi ultimi sette anni di vita e non Carl Perkins come avevo lapsussimamente scritto prima.

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  3. Dunque non sei "servo della gleba"! :)

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    1. schiacci il tasto.... (tanto per restare sulla citazione colta a sfondo chitarristico)

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  4. Vabbè , ignora un triangolino ma dedicati almeno a quell'altro ahahahahahah
    A parte gli scherzi ( e tralasciando di incensare Blake e Rice , due icone forse un po' sottostimate ) io il plettro lo uso , anche perchè non mi limito a devastare le chitarre con il buco , e quelle con il filo amano i preliminari con il triangolino impugnato in svariati modi. Ma il mio limite è di saper ( oddio , saper è troppo ) usarlo solo per lo strumming ( come si fa a rifare Neil Young senza plettro , cowgirl in the sand docet ) oppure per i soli . Mentre invidio la tecnica ibrida , cioè usare il plettro per lo strumming ma anche per le corde basse ed usare le altre dita per arpeggiare . In questi casi non riesco a dosare la giusta forza e la dinamica tra bassi e cantini diventa sproporzionata. Ma come per tutto , ci vuole pazienza e costanza...

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  5. Che dire, parlerei per ore su questa canzone, l'avevo anche cantata
    qui: http://fingercooking.blogspot.it/2013/10/cambio-corde-e-outing-plettro.html
    per me è un capolavoro assoluto, Norman Blake per me è proprio uno che ha "fatto scuola" a tutti i migliori (avete sentito il suo ultimo disco? che classe!) e il grande Tony (peccato che sia molto acciaccato) musicista con una sensibilità che va ben oltre il bluegrass, tra l'altro i componenti della sua band sono ad oggi i maestri indiscussi dei loro strumenti nel bluegrass (Sam Bush al mandolino tanto per dirne uno).
    Vabbè è proprio ascoltando questa canzone e questi due musicisti che mi sono convinto del fatto che il plettro non ha proprio nulla da invidiare alle dita, anzi è la morte sua, che scoperta, direte voi, ma io ci ho messo un bel po' perché come sapete sono sempre stato un po' "accademico". Negli ultimi tempi dedico molto tempo e considerazione ai flatpickers e un po' meno ai fingers, ma solo perché per me sono più nuovi, trovo veramente che il plettro tiri fuori più carattere, incisività, ma anche tante sfumature diverse che fanno la differenza.

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    1. Davvero...Se penso che il grandissimo Tony ha solo 10 anni piu' di me e non riesce piu' a suonare la sua Dreadnought a causa di artrite e forse altro mi viene il magone. E pensare che ci e' nato con la guitar in mano! Non passa sera che non ascolti qualcuno dei suoi dischi di bluegrass (dall' uno al sei), che sono dei veri capolavori; oserei dire: lo stato dell' arte raggiunto in quello stile. Negli ultimi tempi poi la mia amarezza e' diventata ancora piu' porfonda, quando ho casualmente letto di una colletta che e' stata indetta a suo favore due o tre anni fa, perche' non avendo piu' la possibilita' di suonare per campare, a 60 anni passati, avrebbe dovuto dedicarsi ad altro...Lavori manuali et similia. Ma ci rendiamo conto?!? Pensare che al mondo esistono miliardi di esseri che guadagnano miliardi con quella che loro chiamano arte e che io invece definisco immondizia.
      Questo non e' il mondo della giustizia, decisamente.-

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  6. Oh, ma quanto è bella la 00028 Norman Blake??? sbav....

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  7. Il triangolo nooo-ooo non lo avevo consideratooooo....

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  8. io ci ho provato spesso col triangolino, non sempre è andata bene, l'importante è insistere sem... ah, ma intendevi il plettro! beh anche con quello ci ho provato sporadicamente ma mi son sempre sentito un impedito. la qual cosa mi fa rabbia perchè sento di perdermi un sacco di quel folk tendente al bluegrass che mi piacerebbe suonare.
    bellissime tutte le church street blues che hai condiviso.
    la 000 del primo video ha una quella finitura antica tendente all'opaco che mi fa prendere ogni volta il muro a testate da quanto è bella

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  9. Bellissimo comunque il video di Norman! Quando lo vidi qualche anno fa, su youtube, spedii subito l' ordine d'acquisto dei due Dvd che ha pubblicato, a chi di dovere. C'era anche la lezione esposta in parte in questo video, naturalmente, compreso gli spartiti di tutti i pezzi che suona e spiega nei due DVD. Beh, non c'e nemmeno bisogno di imparare i pezzi, ma per goderseli, e' sufficiente vederli ed ascoltarli e poi chiedersi...ma come cavolo fa?!? :-)
    Ah, per la cronaca, io possiedp piu' di 500 plettri e, beh, ancora non ho trovato quello giusto giusto, ahahah! Anche se, per la verita', preferisco quelli a forma di triangolo isoscele della Dunlop, in plastica non troppo dura ma un po' piu' gommosa e dello spessore di due centimetri, o almeno uno e mezzo.
    Salute a tutti voi, Fingerpicker e non!

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    1. Ciao Luciano, benvenuto qui (mi pare che tu non abbia mai postato prima, come ci sei arrivato?). Anche a me piace molto parlare di plettri sebbene suoni parecchio con le dita. Io ho iniziato con i Dunlop in Nylon, da 1mm, perché hanno un effetto rimbalzo sulla corda che mi facilitava il flatpicking. Oggi (soprattutto sull'elettrica, ma anche sul'acustica) uso i D'andrea pro plec da 1,5 mm (triangolo equilatero tipo celluloide) e i Dunlop jazz tone mod. 207. Ultimamente ho provato anche un essetipicks, quello blu più economico, ma lo trovo un po' troppo spesso e gommoso (tipo il big stubby), per l'acustica non va bene, ma per l'elettrica (ES 175) è molto interessante.

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    2. Ciao Luciano , benvenuto tra i cookers ;-))))

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    3. Grazie mille, Stefano!! Buone schitarrate ( in fingerpicking naturalmente) e buone mangiate a tutti! :-)

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  10. non avevo visto il post sopra...eh eh

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    1. Ciao Giancarlo! Si, come avrai notato sono arrivato sul vostro sito su consiglio di Berna, che conoscevo gia' dai tempi di Accordo, il sito dei chitarristi (o pseudo tali...) dal quale parecchi di noi cercano di affrancarsi per i piu' disparati motivi. Vedo che anche tu sei alla perenne ricerca del plettro giusto, eheheh; beh, e' un classico! Siamo sempre alla ricerca del suono giusto, del plettro giusto, delle corde giuste, del thumbpick giusto, della chitarr giusta...Se cosi' non fosse non saremmo dei ...chitarristi!
      Personalmente, tra le centinaia di plettri che posseggo, ormai la mia scelta cade su tre Dunlop a forma di triangolo isoscele, con la tartaruga sopradisegnata alla scritta Dunlop: quello da 2.0 mm, colore bleu, mio preferito; quello lilla-viola da 1.5 mm e quello rosso da 1.14. Pur avendo altri di spessore maggiore, questi tre li considero l' optimal, anche in considerazione del materiale con cui son costruiti. Prima li sagomavo con lima e carta abrasiva per addattarli alla mia mano, come usano fare anche Tony E Norman e molti altri, ma poi mi son pentito ed ora mi trovo benissimo con i tre citati, anche se con quelli sagomati da me riesco ad essere velocissimo, ma...vuoi mettere la soddisfazione di suonare altrettanto bene col plettro cosi' come esce dalla fabbrica?!? Col Thumbpick invece trovo ancora molte dififcolta'; nel Fingerpicking preferisco di gran lunga usare le dita nude, alla stregua di Marknopfler (mio preferito tra i preferiti, in questo stile: Giovanni Unterberger).- Ciao!

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    2. Mai provati quelli con la tartaruga, mi sembra di ricordare che siano piuttosto rigidi, se mi capita ci faccio un piccolo test. Per le unghie anch'io sono a posto senza protesi, sono 34 anni che le coltivo e si sono decisamente rafforzate.ciao

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    3. E come hai fatto a rafforzare le unghie? Le mie sono sottilissime e le devo proteggere con un filo di attak sul bordo!

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    4. Non lo so, in realtà non ho fatto nulla, ma non c'è dubbio che oggi sono molto più dure e si rompono molto meno che quando ero più giovane (forse perché giocavo anche a basket, ma faccio ancora qualche lavoro manuale), secondo me l'unica soluzione è limarle spesso in modo da non innescare "inviti alla rottura" e non tenerle troppo lunghe.

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    5. Per quanto riguarda i plettri mi irferivo a questo tipo _
      http://www.mercatinomusicale.com/mm/a_plettri-dunlop-delrin-2-00-mm_id4277743.html
      o quelli da 1.5. Per il flatpick sono, per me, l' ideale: duri ma non sfreganti sulle corde come altri di tipo meno gommoso, possibilita' di dinamicizzare il tocco dal pianissimo al fortissimo. Duri ma non rigidi, quanto basta per plettrare velocisismo senza inciampare nelle corde e poi questo dipende molto dal modo di "sentirlo" in mano. Del resto se si desidera suonare bene nel flatpicking i plettri thin o comunque medio-sottili sono sconsigliati.
      Per quanto concerne il fingepick mi riferivo al thumbpick, che per suonare nello stile Travis (basso alternato stoppato) e' pressoche' indispensabile. Mai fatto, purtroppo, uso di unghie: nel finger personalmente uso solo i polpastrelli e le ungjhie le taglio sempre, specie quella del polllice che altrimenti si incastra nel mi basso, ahahah.
      A proposito di plettraggio...guarda l' alzapua di Paco de Lucia! Lui "plettrava" con la punta del pollice e ...che plettrate! Altro che plettro! Bello il Flamenco: in un' altra vita devo comprarmi la chitarra adatta ed impararlo...Uhm...chissa' se una vita bastera'...
      Scusa le continue divagazioni. Saludos a todos!

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  11. Ecco qui una fantastica versione di Chris Eldridge, e che chitarra!
    [video]http://youtu.be/pdr-D0Z4fe8[/video]

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    1. Battutto sul tempo! :-)
      Questo volevo postarlo io, eheheh. Eldridge e' uno dei migliori cloni di Tony Rice. La suona quasi uguale, Church Street Blues, proprio come avrei voluto suonarla io. Ma chi ci riesce?!? Tra l'altro esiste anche un video in cui Tony la spiega lentamente (dopo averla fatta ascoltare e vedere nel video postato all' inzio di questo topic) ed anche con lo spartito davanti non e' che sia tanto facile farla uguale. Meglio cosi': anche lui ha sviluppato il suo personale stile perche' non riusciva a replicare le cose di Clarence White...Ad ognuno il suo stile.-

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    2. Bellissima versione, forse ancora più raffinata di quella di Tony Rice.
      Visto che a Giancarlo, come a me, piace molto Julian Lage c'è anche questa:
      [video]https://www.youtube.com/watch?v=xmakSRU4EYA[/video]
      Non è proprio la stessa canzone, ma ci assomiglia tantissimo ...

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    3. Questa e' Ginseng Sullivan, un altro capolavoro sfornato da Norman Blake. Personalmente, come al solito, preferisco la versione di Tony Rice (che Chris, grande estimatore e adoratore di Tony, copia).

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  12. Buongiorno a tutti i frequentatori,
    rilancio con uno dei miei chitarristi preferiti, Bryan Sutton, che si destreggia piuttosto bene con la tecnica mista...applicata ad un brano classico.
    [video]https://www.youtube.com/watch?v=IwhWbWKaSLk[/video]

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