lunedì 5 gennaio 2015

Pino Daniele

oggi qui a napoli si respirava davvero un'aria pesantissima. un misto tra dispiacere e incazzatura, per come sono andate le cose, per lui, per le decisioni prese dalla famiglia - impossibili da condividere. io stesso mi sono ritrovato quasi più incazzato che triste. il pino daniele degli ultimi tempi mi stava quasi sulle scatole. non gli perdonavo la "virata" commerciale intorno alla metà degli anni '90, dopo che aveva scritto dischi che considero capolavori come terra mia, vai mo', bella mbriana, fino a che dio ti benedica, l'ultimo che ho amato. perchè rovinare tutto così, mi chiedevo, e mi incazzavo a vederlo suonare quelle canzoncine insignificanti degli ultimi anni. lui che era stato capace di scrivere Napul'è a diciotto anni. poi riascoltavo le sue robe vecchie e mi pareva un'altra persona, un altro artista, irripetibile.
il disco a cui sono più affezionato in assoluto è vai mo', di cui avevo un'audiocassetta che ascoltavo sempre in auto, appena presa la patente, quando rientravo dalle uscite con gli amici, con le ragazze. ascoltavo quel disco e la notte entrava in una dimensione più profonda, più acuta, in cui si avvertiva come un'urgenza di vivere. è difficile da spiegare.
quel disco è pieno di pezzi fantastici, pezzi dal gran tiro come yes i know my way, o viento 'e terra, o ma che ho ma mi va di finire questo post con notte che se ne va, che sicuramente ha molto a che fare con la sensazione che cercavo di precisare più sopra.

5 commenti:

  1. Non so come sono andate le cose, se non che Zio Pino nun ci sta cchiù. E quanto mi dispiace!
    Anche lui, come tanti altri bravi, aveva ceduto alle canzonette, ma che vuoi che ti dica, a lui gli perdonavo tutto. Continuavo a pensare che era uno 'bbuono, che se solo avesse voluto poteva mangiarsi in un sol boccone tutte le mezze pippe con cui a volte doveva condividere la scena. Lui era Zio Pino, cazzo!

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  2. La rabbia e` molta insieme ad un senso di solitudine, ma chi puo` dire se le cose sarrbbero andate diversamente, se non fossero scesi fino a Roma? Certo le scelte musicali dell'ultimo periodo, non erano certo a livelli eccelsi, ma la vita a volte ci spinge a fare scelte discutibili, ma e` la vita, pero Pino ha dato tanto alla musica, e gli errori artistici, sono una quisquiglia, parago.ati a tutto quello che ha scritto e fatto prima

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  3. mirco, mimmo, io alla fine non posso che sottoscrivere quello che dite. oggi è stata una giornata particolare, la morte di pino daniele, per tutti noi che siamo cresciuti con la sua musica, ci ha fatto piombare addosso una cascata di sensazioni e di emozioni e sul momento son cose difficili da metabolizzare, così tutte insieme. alla fine è come dite: quello che ha realizzato nella sua carriera non può essere sminuito da vicende che sono nell'ordine naturale delle cose. resta quello che ci ha lasciato di grande, che è tantissimo, il resto non conta, adesso.
    su come è stato affrontato il suo malore, anche lì è inutile parlarne adesso, eppure so con certezza, per esperienza, che un'emergenza cardiaca va trattata nel più breve tempo possibile, non importa da chi o da quale struttura. ci sono delle procedure precise e studiate per non lasciare nulla d'intentato. io stesso come tanti ormai, ho un brevetto di primo soccorso e rianimazione e la tempestività, ancora prima che l'accuratezza, in questi casi può essere cruciale. poi magari le cose vanno come devono andare, ma qui è il rammarico.

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    1. Non so se sia esattamente così ... mio zio, qualche anno fa, si è salvato la vita perchè sua moglie ha riconosciuto i sintomi dell'infarto, ha comunicato correttamente la cosa al 118, l'unità coronarica è arrivata in pochi minuti e a bordo c'era di servizio un cardiologo bravissimo del pronto soccorso che lo ha rianimato più volte con il defibrillatotre durante il tragitto.
      Nelle condizioni di salute di Pino, passare questo periodo di ferie in un casolare sperduto nella campagna Toscana, lontano da grossi centri abitati con strutture mediche adeguatamente attrezzate, era un rischio. Tuttavia ho constatato che chi soffre di gravi cardiopatie, tende a diventare fatalista e preferisce cercare di condurre una vita normale e ... quando capita, capita!

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  4. Ieri sera , a cena da un amico , i discorsi erano centrati su Pino e sulla prematura scomparsa. Anche da noi prevaleva la sensazione che un tempestivo ricovero forse avrebbe avuto esito diverso , ma poi chi può dirlo ? Chi può sapere ? Non credo assolutamente che la compagna non abbia tentato di tutto per salvarlo , così come credo che invece abbia voluto rispettare una volontà precisa di Pino , che forse , all'inizio del malore ( probabimente non un caso sporadico ) ha spinto per andare dal suo dottore . Poi la vita è una serie di circostanze che si incastrano : noi possiamo , e dobbiamo , guidarle verso i giusti incastri , ma spesso prendono una piega tutta loro , che alcuni chiamano fato o destino quasi a dare un impronta ineluttabile agli eventi , ma che in fondo non sappiamo mai bene cosa sia...e bisogna imparare ad accettare il fatto che , indietro , non si torna , e l'amarezza e la rabbia nulla possono per alleviare il dolore. Meno male che nel caso dei grandi artisti resta di loro una traccia tangibilissima del loro passaggio che sopravvive a tutto....

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