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domenica 19 ottobre 2014

Tirare indietro (con un groove pazzesco)

Ancora TE, stavolta non da solo, ma in coppia con Martin Taylor con cui sembra avere un feeling particolare. In questo pezzo i due fanno faville come al solito, ma quello che mi colpisce è il groove. Su uno swingone già non particolarmente veloce sembrano fare a gara a "tirare indietro", tanto che alla fine, quando ricompare il tema principale, la velocità è quasi dimezzata rispetto a quella di partenza (confrontate il tema all'inizio con quello che ritorna a 6.40 !). Paradossalmente il risultato è assolutamente trascinante, con un groove potentissimo, da tirarsi dietro una casa! E pensare che in teoria sarebbe un errore. Ma come, non sono capaci di andare a tempo?! La teoria è importante, ma credo che serva soprattutto per arrivare al punto in cui te la puoi lasciare alle spalle, come un ferro vecchio buono per quelli meno bravi. Il più è arrivarci, a quel punto. E questi due sono abbondantemente oltre!

 


6 commenti:

  1. Per la cronaca: in questo caso TE non suona la solita Maton, ma a quel che sembra una Martin 00-15M, chitarrina basic "ignorante", tutta mogano, non particolarmente costosa, amplificata con un pickup esterno (LR Baggs M1?). L'aveva detto che nessuno lo obbliga a usare le Maton!...

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  2. la chitarra suonata da Tommy, mi è sembrata anche a me una Martin All moghany, e devo dire che la sua voce cristallina, ci sta proprio bene in questo brano, anche se come ormai sappiamo tutti, T.E. potrebbe suonare una valigia di cartone con degli elastici in tiro, ed ottenere gli stessi risultati, sono due mostri sacri con un tiro che manco un trattore della Lamborghini avrebbe, non ti nascondo che il video me lo sono guardato due volte prima di salvarmelo sul PC ;-))))

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  3. Tanto per aggiungere un rigo al bel post di Perry, mi attacco a una quisquilia semantica: “tirar indietro” per me è andare a tempo giocando su più o meno elastici slittamenti rispetto a quello che una volta si chiamava “tactus” [che potremmo tradurre con “tempo base”]. Un po’ quello che diceva il sommo Chopin, il quale (a chi lo accusava di prendersi troppe libertà ritmiche) rispondeva che “la mano sinistra [ovviamente lui si riferiva al pianoforte, di cui era inarrivabile virtuoso] deve essere il maestro di cappella della destra”, cioè che la sinistra (che teoricamente detta l’accompagnamento) deve andare a tempo, e la destra può permettersi di girarci intorno, ma sempre fermo rimanendo il tempo di base.
    Nel piacevolissimo esempio riportatoci da Perry, mi sembra invece che si possa parlare più semplicemente di rallentamento (anche vistoso), cosa che non solo non è vietata dalla legge, ma che in questo caso risulta piacevolissima anche per l’ascoltatore. Il suonare di questi due gran virtuosi è però talmente rilassato, che mi spinge a dare un’altra spiegazione di questo cambio di tempo: cioè che si divertissero talmente tanto, che gli piacesse così tanto quello che stava venendo fuori dalle loro dita che, semplicemente, lo volevano far durare di più. O, per lo meno, a me che ormai raramente suono, e mai in compagnia purtroppo, così a volte succede, o meglio, succedeva…
    Salute e saluti, a tutti!

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    1. la tua romantica deduzione forse stavolta è più che corretta , conoscendo i due tipastri....ed è bello che qualcuno "arrivato" si diverta ancora come noi poveri chitarrai :-))))))))

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    2. Giusto, e non è una quisquilia. Per la precisione "tirar indietro" sarebbe pronunciare le note un pelo in ritardo rispetto alla regolarità del tempo, stare un filo "indietro", ma sempre incollati al tempo. E' quello che i jazzisti definiscono backward e ovviamente c'è anche il suo contrario: foreward, che consiste nel suonare un pelo in anticipo sul tempo. Due modi di suonare che contribuiscono a definire lo stile del musicista. In questo caso invece, siamo di fronte a un progressivo rallentamento, si parte correndo e si arriva camminando, e non certo per stanchezza! Mi sono andato a riascoltare altri pezzi di questa fantastica coppia e hanno sempre un timing micidiale, come avessero ingoiato un metronomo! Allora cosa è successo qui? Ho idea che stessero letteralmente giocando, che il puro piacere di suonare quel pezzo insieme li abbia portati a un livello di interazione totale al di là di ogni vincolo (la teoria, le regole, che ce ne facciamo io e te?!). Si sono assecondati in un gioco ritmico per puro divertimento. Cosa c'è di più bello che vedere musicisti superlativi, che stanno sul palco da una vita e che ancora si divertono come bimbi? Pura bellezza!

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