domenica 15 aprile 2018

Di troppa sicurezza si può anche morire.


Sto toccando con mano le difficoltà cui si va incontro nell'organizzare un evento musicale, oltretutto gratuito, all'aperto.
Le norme da rispettare sono quelle della direttiva Gabrielli, messa in piedi dopo i fatti accaduti a Torino. Talmente complesse da richiedere l'intervento (a pagamento si intende, euro da 600 a 1300) di un professionista iscritto ad un albo (ingegnere, architetto, geometra ecc. ecc.) che si assuma la responsabilità di approvare. Giusto, si dirà, i terroristi stanno dappertutto. Sarà.
Ma un conto è il mega concerto di Vasco Rossi da duecentomila persone, un altro è il concertino nel parco cittadino, gestito da una associazione di volontari, poveracci, con un gruppo musicale di, altrettanto poveracci, dilettanti. E' demenziale e pazzesco applicare le stesse norme a tutti indistintamente.
Ecco un elenco, ancora parziale, dei documenti che sto preparando (e non è detto che sia finitai qui): 

1 - Documento di identità del legale rappresentante della associazione
2 - descrizione dell'evento
3 - verbale di concessione dell'uso di strutture comunali (palco)
4 - verbale di corretto montaggio delle strutture (palco)
5 - dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico
6 - presenza di un responsabile antincendio
7 - attestato di frequenza corso anti-incendio di 2° livello
8 - dichiarazione di accettazione da parte del responsabile anti-incendio
9 - planimetria dell'area interessata dall'evento
10 - perimetrazione dell'area interessata con numero massimo di presenze
11 - verbale di installazione e localizzazione degli estintori omologati
12 - certificazione del livello sonoro massimo (misurazione dB) o certificazione in deroga.

Non so se tutto questo, insieme alla tassa di occupazione di luogo pubblico (tosap) e ai diritti SIAE
abbiano definitivamente ammazzato la musica come libera e spontanea espressione delle persone.
So di sicuro però che la mia rottura di coglioni ha raggiunto livelli intollerabili e che mi tirerò fuori da questo ginepraio.

Con quest'anno, il mio impegno finisce qui. Amen.


22 commenti:

  1. Purtroppo è così! E non stanno uccidendo solo la musica, ma tutte quelle manifestazioni popolari che erano le piccole sagre di paese o di borgate, le corse non competitive (più che altro scampagnate primaverili etc... tutti i volontari stanno mollando. Un vero disastro, stanno uccidendo il volontariato e quel poco di voglia di fare aggregazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E se fosse che non vogliono aggregazione?...
      O meglio non vogliono aggregazione spontanea: i vecchi davanti alla tv, i giovani attaccati allo smartphone o incanalati in eventi sponsorizzati e guidati.
      Tra l'altro l'eccesso di regole e certificazioni ha come primo effetto quello di scoraggiare il volontariato, mentre in caso di grandi eventi quello di poter innescare la catena dello scaricabarile se qualcosa va storto.

      Elimina
  2. Ma che ne è stato di quella legge di qualche anno fa, tanto strombazzata dal ministro delle attività culturali Franceschini, che doveva rilanciare e agevolare i concerti con pubblico non pagante al di sotto dei 200 spettatori?
    Se non sbaglio bastava una autocertificazione del gestore del locale e l'inevitabile permesso SIAE. Ma quando la si cita agli amministratori locali, tutti cascano dal pero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'elenco dei documenti di cui sopra è relativo ad un evento con un pubblico inferiore alle duecento unità. Se, per disgrazia, il numero è superiore le scartoffie aumentano ed è molto, molto peggio.
      La legge di Franceschini è come quella che permetteva di avviare una partita iva spendendo un euro. Solo una presa per il c.... Tutto qui.

      Elimina
  3. E' proprio vero che stanno facendo di tutto per impedire l'aggregazione come dice Perry.. e con la burocrazia infinita sfibrano chiunque.. e poi tasse e balzelli vari.. non ci resta che strimpellare in garage :-(

    RispondiElimina
  4. La circolare Gabrielli sta mietendo "vittime" ovunque in Italia, nel mio comune abbiamo dovuto rinunciare all'organizzazione della Notte Bianca, un evento da oltre diecimila persone quasi totalmente organizzato da volontari. Purtroppo le norme sulle vie di fuga per le persone (dopo Torino 2017) sono in contrasto con quelle sull'antiterrorismo che dicono di bloccare gli accessi, il cortocircuito di queste due cose è rovinoso e implica di controllare gli accessi ai luoghi aperti mediante personale che conta le persone e ne fa entrare il giusto numero stabilito da un rigoroso e costoso piano di sicurezza. Non credo che si voglia impedire l'aggregazione, il problema è sostanzialmente un problema di responsabilità, e la certezza di individuare i responsabili in caso di panico o eventi imprevisti ce l'hai solo se tutte le fasi di un evento sono controllabili e inscritte in procedure. Una volta non si faceva così, si lasciava tutto al buon senso, alla coscienza della gente, ma in caso di morti ecc non è mai stato possibile individuare chi aveva la resposabilità, si diceva: sono cose imponderabili, sono cose che succedono. Oggi la gente non è più disposta a fare così e chi si prende la responsabilità vuole essere tutelato, perchè sa che rischia la galera.
    POi ci saranno proteste (ci sono in tutta Italia), le norme saranno riviste, attenuate, sperimentate dal buon senso, ma non è più come una volta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Capisco per i grandi eventi, dove tutto è sovradimensionato, quindi anche i rischi. Ma che un concertino in un parco di quartiere debba essere soggetto alle stesse regole, mi pare il solito eccesso di burocrazia applicata alla cieca.

      Elimina
    2. hai ragione,quello che trovo più inutile è che si facciano norme calderone che mettono dentro tutto per semplificarsi la vita e poi si deleghi ai tecnici dei comuni o ai sindaci di fare come se niente fosse (fosse almeno possibile derogare, mi pare che l’unica soluzione a volte sia far finta di non sapere).
      Spero che si rendano conto che così non può funzionare.

      Elimina
    3. E' tuttavia vero che le persone oggi, in caso di un infortunio, non esitano ad intraprendere vie legali per vedersi riconosciuto un danno. Gli amministratori, come dice Gianca, si tutelano. Ma nel mio caso hanno scaricato tutto il lavoro e i costi sui volontari. E questo, oltre che ingiusto, provocherà danni, come diceva sopra Stefano R.

      Elimina
    4. Sabato abbiamo organizzato (nel mio comune) un corso aperto a tutte le associazioni di volontariato per informare su questa nuova direttiva. In effetti la situazione è tragica, (per esempio si faceva tutti gli anni una biciclettata con i bambini per il paese, in strade poco frequentate, beh anche lì ci vuole il piano di sicurezza...), siamo solo all'inizio, credo che gli effetti e le proteste saranno tali da obbligare il ministero a cambiare qualcosa, perché così è un macello.

      Elimina
    5. Qui da me il comune ha aperto "un tavolo" per sentire la voce delle associazioni. Ma, sinceramente. mi sembra un modo per controllare politicamente il dissenso.
      Nonostante la direttiva Gabrielli risalga ormai all'anno scorso, solo oggi il comune affronta il problema e l'assessore si permette il lusso di arrivare con quaranta minuti di ritardo alla riunione.
      Tante chiacchiere inutili, quando il concetto è semplicemente uno: il comune ha competenze e disponibilità per assumersi tutti gli adempimenti e i costi. Ma da questo orecchio non ci sentono.
      Una marea di associazioni non faranno più niente e buonanotte al secchio.

      Elimina
  5. Secondo me è proprio come dice Mirco: non vogliono aggregazioni spontanee, quale miglior modo per evitarle, se non complicare la vita a chi ha voglia di fare? Ma se anche così non fosse, se solo si trattasse di una regolamentazione ridondante, ciò non giustifica i legiferatori, perché non hanno fatto una analisi Delle varie situazioni... A volte mi sembra che chi legifera, lo fa di getto, sull'onda degli eventi, e solo dopo che certi fatti sono avvenuti....

    RispondiElimina
  6. in realtà molte prescrizioni ci sono sempre state. Sono solo aumentati i controlli. Mi pare che abbiano aggiunto la parte anti incendio, che proma valeva solo per eventi più grandi. In ogni caso se c'è un palco sopra il metro, oppure una copertura qualsiasi o sedute, non si scappa, ci vuole un tecnico abilitato e tutto il resto. Ora, e questa è una novità drammatica, quasi tutti gli eventi devono passare il vaglio del Comitato per la sicurezza, in pratica decide il Quastore. Normalmente dal Comitato arrivano prescrizioni fantasiose ed in continua evolizione. Fino all'ultimo non sei sicuro di essere in regola

    RispondiElimina
  7. Sarei curioso ( e lo dico seriamente senza intenti polemici ) di sapere come funziona negli altri paesi , dove fino a ieri fare musica era palesemente più facile . E dove il terrorismo di ultima generazione ha colpito molto di più . Davvero non lo so , eppure sembra ( sembra ) dai video sul tubo che concertini spontanei e manifestazioni non oceaniche continuino a farsi , sia oltreoceano che oltre manica . Che sia la nostra burocrazia a fare , come sempre , la differenza ?

    RispondiElimina
  8. Ci si illude che emettendo una nuova normativa per ogni evento imprevisto, si possa evitare che si ripetano eventi simili. In questo modo il sistema di norme e regole si amplifica a dismisura con sovrapposizioni e contraddizioni che hanno effetti devastanti. In Italia le leggi sono come le matrioske. Se un operaio cade da due metri di altezza per un ponteggio irregolare, invece di sanzionare i responsabili in base alla normativa vigente, si fa una nuova normativa per i ponteggi fino a due metri!

    RispondiElimina
  9. Per la prossima notte bianca del 19 maggio (che qui chiamano "nessun dorma" in ricordo di Pavarotti) sarà vietatissimo il gnocco fritto in strada. Motivo? E se si rovescia il padellone con l'olio bollente? E se qualcuno si ustiona?
    Ora, dalla notte dei tempi, feste e sagre hanno sempre visto il venditore di gnocco fritto (la "torta fritta" come diceva Vincenzo). Si mai fatto male qualcuno? E' stato mai fritto un bambino? No. C'è quindi uno storico per poter considerare con una certa ragionevolezza il livello di rischio...Ma si fa prima a vietare e amen. E' più semplice.

    o.t. suoneremo anche noi vecchiacci RADC e la nostra giovane cantante Valentina in piazzale Redecocca, una bella piazzetta del centro storico.

    RispondiElimina
  10. E' tutto così complicato, ci sono solo balzelli a cui sottostare, qualsiasi escamotage pur di ostacolare iniziative di qualsivoglia natura, ancora meglio se di derivazione artistica. Io ed il mio gruppo per una serata ad ingresso Libero, in un vecchio teatro abbiamo dovuto pagare le tasse normalmente, nessuna agevolazione, quindi tutto di tasca nostra. Una vera mer..bip.... L'arte, espressa nelle forme e nei gradi più disparati, in Italia è bandita, della sua promozione e tutela non gliene frega niente a nessuno.

    RispondiElimina
  11. Urca.. non sapevo fosse necessaria tanta burocrazia per un evento all'aperto sotto le 200 persone.. Pazzesco!!
    Ma per esempio, un pub, che ogni sera ospita decine di ragazzi a bere birra e mangiare patatine, ha solo gli obblighi di legge come esercizio pubblico, e se in un angolo suona un trio non cambia nulla, giusto?
    Ma dalla stessa porta da cui entrano i ragazzi venuti a bersi una birra può entrare chiunque abbia cattive intenzioni.. e allora..?
    Mah.. è tutto un delirio al quale purtroppo ci stiamo abituando senza reagire..

    RispondiElimina
  12. Delirio burocratico-istituzionale ispirato al 'tutti buoni, tutti zitti'. Kim Jong Un sembra un mecenate assai liberale, in confronto. Prodotti della civiltà perfezionata. Prima o poi troverete quello che fa saltare per aria voi e le vostre regolamentazioni capestro. Auguri da un vecchio anarchico.

    RispondiElimina
  13. E pensa che c'è pure chi a muovere carte, succhiare timbri e partecipare a riunioni bla bla bla di sente pure realizzato. La tua anarchia è anche la mia, un sogno irraggiungibile.
    Il prossimo anno faccio il pensionato per davvero: ai giardinetti a dare le briciole ai colombi..

    RispondiElimina
  14. Non ti ci vedo a ‘briciolar’ piccioni ai giardinetti, francamente. Confido in una eresia dolciniana, quanto meno, ;)

    RispondiElimina
  15. be'..intanto ieri e oggi zero chitarra, nonno a tempo pieno, i giovani si sbattono al lavoro e la piccola, piagnucolosa con una febbre molesta, niente asilo, e io ce l'ho avuta in braccio un bel po' (nonna non ce la fa più). I giardinetti mi sembravano riposanti come concetto...

    RispondiElimina

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Per inserire una immagine nel commento scrivi: [img]URLdell'immagine[/img]
Per inserire un video nel commento scrivi: [video]URLdelvideo[/video]